Il disturbo dello spettro autistico è un disturbo del neuro-sviluppo ormai molto comune fra i bambini (uno ogni cento) e si manifesta in generale nei primi tre anni di vita.

La diagnosi di autismo viene restituita dopo una visita neuropsichiatrica allorché siano state riscontrate due problematiche principali: difficoltà nell’interazione sociale (può includere o meno un ritardo del linguaggio) e comportamenti ripetitivi (che includono alcune stereotipie vocali e motorie) e interessi ristretti (in alcuni casi anche esclusivi).

Ad esse si aggiungono in quasi 90% dei casi anomalie sensoriali, come la ricerca di stimoli gustativi/olfattivi, visivi e tattili che sembrano procurare piacere al bambino. Alcuni bambini possono apparire anche facilmente suscettibili/irritabili, mostrando scarsa tolleranza alla frustrazione e un pianto più inconsolabile di quello che ci si aspetterebbe da un bambino a sviluppo tipico.

Solitamente, insieme a comportamenti in qualche modo riconducibili allo spettro autistico, si possono rinvenire altri sintomi o disturbi associati; quelli più comuni sono: disabilità intellettiva, epilessia, ritardo nel linguaggio (sia comprensione, sia produzione), iperattività, goffaggine motoria, disturbi del sonno o dell’alimentazione (quest’ultima risulta selettiva nel 50-70% dei casi), disturbi d’ansia e depressivi.

Cause genetiche sono state già riscontrate nell’autismo, a carico di molti geni che potrebbero influenzare il normale neuro-sviluppo del bambino. Tuttavia, ad oggi, la genetica può spiegare soltanto una gran parte di questi disturbi, mentre la loro eziologia potrebbe essere ricondotta anche a cause ambientali.