I giochi musicali dei bimbi di Breccia

I giochi musicali dei bimbi di Breccia

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Luca Terriaca
Conduttore del laboratorio 

La musica, oltre a essere un'arte, è un linguaggio in grado di dotare la persona di un insieme di segni utili alla conoscenza intra e interpersonale. In particolare, il ritmo è responsabile del movimento e dell'interiorizzazione dell'elemento musicale e permette in maniera naturale lo sviluppo dell'orecchio. Il laboratorio musicale con i bambini di "Una breccia del muro" parte dall'idea di utilizzare la musica come strumento educativo e di favorire la loro partecipazione attiva.

In questo senso, si cerca di assecondare il più possibile le predisposizioni di ogni bambino e di essere facilitatore più che direttore, dando ascolto anche all'istinto dei bambini. Con un approccio attivo, la pratica viene anteposta alla teoria. I riferimenti nell'ideazione del laboratorio sono stati Emile Jaques-Dalcroze (1865-1950), per il quale il bambino può, attraverso il ritmo, avvicinarsi alla musica in modo naturale e sviluppare maggiore consapevolezza corporea, e soprattutto Carl Orff (1895-1982). La metodologia Orff, oggi riconosciuta a livello internazionale come una delle più efficaci nell'educazione musicale di base, si fonda su 5 elementi caratteristici: il coinvolgimento globale della persona; l'apprendimento tramite azioni di gruppo; l'unità inscindibile di musica-movimento-parola; l'utilizzo dello strumentario; la centralità dell'improvvisazione.

I bambini che prendono parte al laboratorio hanno tutti una diagnosi di disturbo dello spettro autistico. Ognuno tende a partecipare in modo diverso secondo le sue attitudini e il proprio carattere e l'obiettivo è proprio riuscire a trovare delle attività musicali, sonore, ritmiche e di movimento che li facciano sentire parte di un gruppo, creando connessioni tra loro, oltre che tra loro e la musica. I bambini hanno predisposizioni, caratteri e capacità diverse e l'approccio è il più possibile dinamico. In questo senso, l'importanza dell'improvvisazione teorizzata da Orff aiuta sicuramente a coinvolgere ogni bambino a seconda delle sue caratteristiche.

Nel lavoro di costruzione assume inoltre, di nuovo come teorizzato da Orff, un ruolo importante l'errore, che, visto come possibilità di creare nuove e inaspettate elaborazioni, aiuta i bambini a sentirsi meno "ingabbiati" e legati al risultato finale. Le attività proposte sono prima di tutto giochi, con i quali si cerca di trasmettere gli aspetti basilari della propedeutica musicale, puntando a sviluppare e favorire l'ascolto, l'osservazione, la coordinazione motoria, l'interazione con gli altri, la memoria, la concentrazione, l'attenzione. Vengono utilizzati, separatamente o in maniera congiunta, movimento, strumenti musicali e voce per cercare di arrivare a vere e proprie performance musicali.

Al momento sono stati svolti una decina di incontri, durante i quali c'è stato prima di tutto un lavoro di conoscenza reciproca, tra il conduttore e i bambini e tra i bambini stessi (alcuni non si conoscevano tra loro). Tutti hanno subito partecipato attivamente. Le maggiori difficoltà si sono riscontrate nel coniugare l'aspetto comportamentale con il concetto di laboratorio, che è un'entità strutturata nella quale bisogna stare all'interno di confini definiti, di tempo e di spazio, recepire istruzioni e richieste e mantenere l'attenzione per un periodo determinato di tempo. In questo contesto, l'obiettivo principale finora è stato di abituarli all'idea che all'interno del laboratorio si fanno sì dei giochi, ma giochi strutturati, proposti da un conduttore e che hanno a che fare con la musica, i suoni e il movimento. È stato fondamentale quindi, fin dal primo incontro, preparare un spazio privo di distrattori, cioè di giochi o oggetti che potessero attirare l'attenzione dei bambini allontanandoli dal contesto laboratoriale, e proporre attività che catturassero la loro attenzione e li incuriosissero. Le attività che hanno avuto subito un riscontro positivo sono state quelle di movimento legate alla musica e al ballo; attraverso esse i bambini hanno potuto sperimentare un approccio soprattutto ludico, senza particolari richieste da parte del conduttore. Un esempio è il gioco della "statua di sale": si balla su una canzone e appena la musica si interrompe si deve rimanere immobili per poi ricominciare a ballare al rientrare della musica. Poi, pian piano, hanno preso piede attività "sonore" e di esecuzione mediate da riferimenti visivi, grazie ai quali è stato più facile catturare l'attenzione dei bambini, oppure basate sull'imitazione. La prima modalità è costruita su un mazzo di carte ed è chiamata "batti e ribatti": ogni carta rappresenta un colpo dato su, o con una parte del corpo diversa. "Suonando" combinazioni di carte diverse mostrate dal conduttore, i bambini possono sperimentare la differenza dei suoni, il ritmo legato al corpo, oltre che l'esperienza di una piccola esecuzione legata al mantenimento dell'attenzione su un "direttore". Questaattività si basa sugli elementi di base della body percussion. La seconda, pure mediata da un riferimento visivo, è svolta con un libro chiamato "un libro che fa dei suoni". 

L'autore, Hervé Tullet, ha associato dei fonemi a macchie di colore e grandezza diversi, creando così delle pagine da leggere con vocalizzi diversi a seconda appunto delle forme e dei colori proposti ai bambini. Èstato interessante notare come il libro risultasse subito molto divertente e tirasse fuori immediatamente l'istintività. È stato anche sorprendente come ciascun bimbo desse spesso la propria interpretazione delle pagine, diversa da quella degli altri. I bambini possono sperimentare così come la musica, o semplicemente l'esecuzione di un suono, possa avere tante sfumature, e si presti a interpretazioni diverse. Entrambe le attività appena descritte sono prime esperienze di "partiture". I bambini sono chiamati a eseguire suoni leggendo dei simboli e osservando il direttore. L'attività basata sull'imitazione viene eseguita suonando piccoli strumenti, come sonagli, tamburelli e simili, e si basa sul concetto di domanda/risposta: il conduttore esegue un piccolo pattern ritmico (ogni volta diverso) e i bambini sono chiamati a rispondere con lo stesso pattern. Per ognuno di questi giochi musicali i bimbi vengono anche chiamati, a turno, a ricoprire il ruolo di conduttore per sperimentare la direzione di altri. Tutte le attività sono volte soprattutto all'incremento dell'attenzione e della coordinazione, propedeutiche agli obiettivi principali del laboratorio: eseguire ritmi con piccoli strumenti o con il corpo seguendo le indicazioni del conduttore/direttore, imparare a leggere simboli che servono a codificare la musica e utilizzare i suoi elementi fondanti: i suoni, le pause, i parametri piano/forte e veloce/lento. La riuscita è legata a una loro riproposizione continua nel tempo; i miglioramenti dei bambini sono sì molto graduali ma anche costanti.

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