Corsi RBT - ABA e autismo per tecnico comportamentale registrato

Il corso RBT (per Registered Behavior Technician) ABA e autismo si propone di formare tecnici del comportamento qualificati in grado di svolgere, con metodologie corrette, interventi basati sull’Analisi comportamentale applicata (ABA, Applied Behavior Analysis) con la supervisione di un Board Certified Behavior Analyst, BCBA.
Il corso è basato sulla Task List dei tecnici comportamentali registrati, ha la durata di 40 ore ed è offerto in modo indipendente dal BACB, Behavior Analyst Certification Board.
Il numero massimo di partecipanti è 40. Al termine del corso viene offerta la possibilità di effettuare ore di tirocinio pratico presso i Centri “Facciamo breccia”. Vengono rilasciati: attestato di frequenza per coloro che abbiano frequentato almeno l’80% delle lezioni previste, ma non tutte; attestato di completamento per coloro che abbiano frequentato il 100% delle lezioni previste.
Corsi per scuole e insegnanti

l corsi offrono a insegnanti dei diversi ordini e gradi di scuola una descrizione ampia e approfondita dei principi e delle tecniche dell’analisi del comportamento applicata (ABA, Applied Behavior Analysis) e dei possibili impieghi in favore di bambini e adolescenti con disturbi dello spettro autistico.
I corsi per insegnanti sull’analisi del comportamento, erogati nelle scuole da Una breccia nel muro, sono stati accreditati al MIUR per l'anno scolastico 2018-2019 e sono svolti in più regioni.
All’interno del programma di formazione vengono descritte procedure e tecniche che hanno lo scopo di aumentare i comportamenti socialmente funzionali dell’alunno e di ridurre quelli problematici.
Riguardo all’aspetto didattico-educativo vengono forniti strumenti per migliorare le abilità e le competenze del bambino quali:
All’interno del programma di formazione vengono descritte procedure e tecniche che hanno lo scopo di aumentare i comportamenti socialmente funzionali dell’alunno e di ridurre quelli problematici.
Riguardo all’aspetto didattico-educativo vengono forniti strumenti per migliorare le abilità e le competenze del bambino come:
- rispondere a istruzioni in classe, svolgendo i compiti assegnati;
- imitare i comportamenti funzionali dei pari; fare richieste; giocare in modo funzionale;
- collaborare con l’insegnante;
- partecipare alle routines di classe; comunicare e interagire.
Si vuole favorire, quanto più possibile, l’inclusione scolastica, progettando e organizzando gli ambienti di apprendimento e personalizzando le attività didattiche in modo da permettere all’alunno con autismo di partecipare alla vita di classe nella maniera più attiva e autonoma possibile.
In particolare, i corsi si soffermano sugli aspetti seguenti:
- disturbi dello spettro autistico e altri disturbi del neuro sviluppo;
- strategie d’insegnamento basate sulle evidenze scientifiche per incrementare le abilità e la comunicazione funzionale per bambini con tale diagnosi;
- comunicazione funzionale e comunicazione aumentativa alternativa, CAA;
- gioco funzionale e interazione sociale;
- comportamenti problema: analisi e modalità di intervento;
- insegnamento delle autonomie e didattica speciale.
Le lezioni includono proiezioni di slide e video, discussione di casi, attività di role-playing durante le quali si simulano l’insegnamento e le problematiche da affrontare in classe; circle-time per l’analisi di bisogni particolari dei partecipanti e la condivisione di esperienze e soluzioni per affrontare i problemi educativi emergenti; uso di schede di auto-apprendimento mediante checklist e auto-valutazione. I relatori utilizzano tecnologie innovative supportate dal web in modo da creare classi virtuali e condividere il materiale didattico. I corsi sono aperti a un numero minimo di 10 insegnanti fino a un massimo di 40. Possono partecipare insegnanti curricolari della scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di primo e di secondo grado e insegnanti di sostegno, dirigenti scolastici, personale ATA, AEC e assistenti alla comunicazione. È possibile la partecipazione di un ridotto numero di uditori condizionata alla numerosità degli iscritti.
Interventi sulla selettività alimentare

Sono sempre più comuni problemi alimentari nell’infanzia e nell’adolescenza. Le incidenze di un’alimentazione ristretta e selettiva sono più elevate nei casi di disturbi dello spettro autistico. In effetti, la selettività alimentare è inclusa negli interessi ristretti e nel pattern di comportamenti ripetitivi tipici dell’autismo e viene definita come un rifiuto del cibo, un limitato repertorio di cibi assunti, fino all’assunzione di una sola pietanza.
Sono spesso le caratteristiche sensoriali proprie degli alimenti a causare una reazione avversa nelle persone con autismo. Per esempio, molti bambini possono rifiutare il cibo, specialmente le nuove pietanze, non tanto o non soltanto per la tipologia, ma soprattutto per la sua consistenza, colore, odore, sapore, temperatura, marca e disposizione nel piatto.
Quello che appare chiaro è che i problemi collegati all’apporto di cibo sono diversi e di diversa gravità: da quelli lievi in cui il comportamento non mette a rischio la salute del bambino a casi più gravi in cui è presente un rischio di malnutrizione o di eccessivo apporto alimentare, fino ad alcuni casi particolarmente gravi nei quali è necessaria un’alimentazione supplementare tramite flebo.
I comportamenti problema mostrati durante un pasto tendono ad assumere la forma di un’avversione-rifiuto verso il cibo oppure di preferenza per certi tipi di alimenti. In alcuni casi è possibile rintracciare fattori fisiologici che sono cause dirette o indirette dei comportamenti; essi includono: anomalie sensoriali, difficoltà motorie (come raggiungere il cibo, masticare o ingoiare) e disturbi gastrointestinali.
Interventi sulle problematiche alimentari
Bambini che non intraprendono un intervento clinico precoce tendono a non mostrare miglioramenti nel corso del tempo, come è dimostrato da numerosi studi scientifici longitudinali. Per questo motivo la selettività alimentare va affrontata il prima possibile mediante un training sensoriale e comportamentale; prima s’interviene, prima si può offrire al bambino una vita più autonoma e salutare.
“Una breccia nel muro” propone un corso di formazione rivolto a operatori, genitori e insegnanti e un intervento comportamentale sui bambini per migliorare la qualità e, se necessario, aumentare la quantità delle pietanze assunte; oppure, in caso contrario, per diminuirne l’assunzione, specialmente del cibo comunemente definito “spazzatura” (junk food).
Prima di procedere al trattamento, viene valutato il disturbo attraverso un protocollo specifico che rileva aspetti educativi familiari, nonché caratteristiche sensoriali e comportamentali del bambino. Successivamente, viene svolto e monitorato un intervento clinico personalizzato. La famiglia del bambino e possibilmente gli insegnanti sono inclusi nel trattamento.
I genitori possono osservare i bambini durante le sessioni alimentari, in modo da apprendere le tecniche di desensibilizzazione, stimulus preference assessment, simultaneus stimulus, reinforcement schedule, estinction e from least to most presentation, che cercheranno di trasferire nell’ambiente di casa.
Un’opportuna raccolta di dati consente di valutare l’andamento dell’apprendimento del bambino.
Corso di formazione
Il corso di formazione, che può essere fruito anche autonomamente dall’intervento, concerne “Valutazione e trattamento della selettività alimentare nei bambini” e prevede due moduli:
- valutazione dei disturbi alimentari: introduzione ai disturbi alimentari nell’infanzia; problematiche mediche e nutrizionali associate al disturbo; misurazione diretta e indiretta del problema; riconoscimento dei fattori scatenanti e definizione del piano d’intervento personalizzato;
- interventi sull’alimentazione validati dalla letteratura: strategie educative basate sull’evidenza scientifica ad approccio comportamentale; coinvolgimento della famiglia e generalizzazione dell’intervento a casa e a scuola; utilizzo della comunicazione aumentativa alternativa e dei sistemi di token economy nutrizionali; raccolta dei dati riguardanti il piano alimentare ed evidenza dei progressi; discussione di casi clinici ed esercitazioni (incluso il Behavioral Skills Training).
Il corso ha la durata di 6 ore, svolte in una giornata di sabato (ore 9:00-13:00 e 15:00-17:00). Il numero minimo di partecipanti è di 10 e quello massimo di 20. Al termine del corso viene rilasciato un attestato di partecipazione.
Parent training: sostegno formativo e supervisione a interventi mediati dal genitore

Una delle modalità di trattamento di bambini con autismo basata sull’evidenza scientifica e suggerita efficace dalla Linea guida n. 21 dell’Istituto superiore di sanità è l’intervento comportamentale mediato dai genitori. Per sostenerlo “Una breccia nel muro” propone un’attività di formazione su principi, criteri e pratiche comportamentali, con l’obiettivo di orientare i genitori a essere gli agenti principali di cambiamento del bambino per consentirgli di acquisire progressivamente abilità in un contesto naturale. Il percorso è proposto, in particolare, per genitori di bambini di età compresa fra 18 mesi e 12 anni ed è articolato nelle fasi seguenti:
1 - valutazione del bambino mediante strumenti standardizzati, adottati dalla comunità scientifico-terapeutica, in particolare l’ABLLS (Assessment of Basic Language and Learning Skills) e la VB-MAPP (Verbal Behavior – Milestones Assessment and Placement Program) in modo da far emergere i suoi punti di forza e di debolezza;
2 - corso di parent education di 16 ore svolto presso i Centri “Facciamo breccia”, eventualmente durante i week-end, sui seguenti argomenti:
- definizione di autismo e criteri diagnostici;
- principi base del comportamento;
- rinforzo, estinzione, punizione, prompting, fading, chaining, modeling;
- strategie educative di gestione dei comportamenti problema e insegnamento di comportamenti alternativi socialmente significativi;
- favorire le abilità di gioco;
- sviluppare le autonomie personali;
- la famiglia di fronte all’autismo;
- costruire la resilienza;
- risorse per favorire l’adattamento e la crescita familiare;
3 - percorso di parent training attuato presso l’abitazione della famiglia per addestrare i genitori all’uso di tecniche di interazione che tengano conto delle specificità del bambino e dell’esigenza di creare intorno a lui occasioni che ne incoraggino l’apprendimento e ne favoriscano il benessere emotivo.
I genitori vengono addestrati anche relativamente alla presa dati sul bambino, in modo da poter verificare gli avanzamenti nelle diverse aree di sviluppo. In un primo periodo l’intervento formativo è più intenso per essere poi ridotto gradualmente mano a mano che vengano acquisite le competenze. Complessivamente sono previste almeno 40 ore di parent training.
Successivamente alla conclusione dell’intero percorso formativo può essere svolta un’attività di supervisione con riferimento ai problemi incontrati nel corso dell’intervento mediato dai genitori, ai risultati conseguiti e alla fissazione di nuovi target per il bambino. Le modalità della supervisione, da concordare con i genitori, sono: sedute di una-due ore presso i Centri “Facciamo breccia”, ovvero in presenza presso l’abitazione, ovvero a distanza via Skype, con cadenza almeno mensile; colloqui telefonici con cadenza da concordare; interazione per posta elettronica.
Tirocini e stage

I Centri “Facciamo breccia” nel corso degli anni, sono stati luoghi di crescita professionale sia per molti terapisti ed educatori sia per studiosi e ricercatori.
Viene offerta correntemente a un certo numero di tirocinanti e volontari la possibilità di frequentare i Centri e di affiancare i terapisti e i supervisori nell’erogazione dei servizi clinici ed educativi sulla base di un programma formativo concordato. Il numero è determinato mantenendo un rapporto corretto con quello del personale che opera stabilmente presso i Centri, in modo da garantire l’efficacia dell’azione di formazione.
Sono ormai diverse le convenzioni per lo svolgimento di tirocini e stage siglate fra “Una breccia nel muro” e altri soggetti quali università, enti di formazione e scuole di aggiornamento professionale; fra essi: Consorzio universitario Humanitas, Università LUMSA, Università Roma TRE, Università europea di Roma, Università Internazionale di Roma, Università degli studi Luigi Vanvitelli, Università cattolica del Sacro Cuore, Facoltà di Medicina e chirurgia “Agostino Gemelli”, Università dell’Aquila, Università di Salerno, Pontificio ateneo salesiano, Università telematica e-campus, Istituto IRFID, Università Federico II di Napoli e Ospedale pediatrico Bambino Gesù.
Il tirocinante/stagista viene seguito da un tutor del Centro per monitorare il perseguimento degli obblighi formativi previsti dal percorso di tirocinio/stage. Oltre a osservare le terapie e partecipare all’erogazione dei servizi da parte dello staff clinico, il tirocinante/stagista può collaborare all’attività di ricerca.