Progetti Una breccia nel muro - ODV
Insegnami nel modo in cui imparo
È un progetto di intervento in favore di scolari, scolare, studenti e studentesse con disturbo specifico dell’apprendimento (DSA). Il disturbo è caratterizzato dalla difficoltà persistente, di grado lieve o moderato o grave, di apprendere e usare abilità scolastiche chiave per almeno sei mesi. Il DSA riguarda problemi nella lettura, con compromissioni nell’accuratezza, velocità, fluenza e comprensione del testo; nella scrittura, con compromissioni nell’accuratezza dello spelling, della grammatica e della punteggiatura e nella chiarezza/organizzazione dell’espressione scritta; nel calcolo, con compromissioni riguardo al concetto di numero, alla memorizzazione di aspetti aritmetici e al ragionamento matematico.
Gli obiettivi principali sono: favorire il miglioramento del benessere del/la bambino/a, migliorando le sue competenze neuropsicologiche e metacognitive legate agli apprendimenti scolastici; far acquisire al sistema famigliare/scolastico una capacità sufficiente per poter gestire le difficoltà del bambino.
Si tratta di operare sugli aspetti seguenti: conoscere il disturbo; conoscere le caratteristiche cognitive ed emotive individuali; utilizzare strategie che consentano di gestire il problema, portando il/la bambino/a a raggiungere un’autonomia nello studio via via più avanzata; indagare ed eventualmente modificare la rappresentazione di sé come studente; indagare ed eventualmente modificare la rappresentazione sviluppata riguardo alla scuola; indagare ed eventualmente modificare, se necessario, le rappresentazioni sviluppate in corrispondenza delle situazioni di successo o di fallimento; indagare ed eventualmente modificare le rappresentazioni sviluppate riguardo alle relazioni con i compagni, gli insegnanti e i genitori.
Il piano terapeutico prevede le attività seguenti: scelta del tutor DSA da affiancare allo studente; colloquio conoscitivo del tutor con la famiglia e con gli insegnanti; intervento del tutor in favore dello studente per due-tre sessioni settimanali di durata variabile fra un’ora e due ore a seconda dell’età e per un periodo di tempo cha va da un minimo di 4 a un massimo di 8-10 mesi; supervisioni con cadenza mensile dello psicologo (coordinatore dell’intervento) con il tutor; parent e teacher training svolto dallo psicologo con restituzione dei risultati via via conseguiti.
I beneficiari diretti sono studenti delle ultime tre classi di scuola elementare con DSA. Beneficiari indiretti sono i famigliari degli studenti, gli insegnanti e il gruppo classe.
Il progetto ha ricevuto un contributo finanziario dall’Otto per mille di Tavola valdese.


Progetti Una breccia nel muro - ODV
Laboratorio musicale presso il Centro “Facciamo breccia” di Roma
Il laboratorio musicale parte dall’idea di utilizzare la musica come strumento educativo e di favorire la partecipazione attiva dei bambini, stimolandoli da un punto di vista sensoriale e al livello motorio. Si cerca di assecondare il più possibile le predisposizioni di ogni bambino. La pratica viene anteposta alla teoria. I riferimenti nell’ideazione del laboratorio sono Emile Jaques-Dalcroze (1865-1950), per il quale il bambino può, attraverso il ritmo, avvicinarsi alla musica in modo naturale e sviluppare maggiore consapevolezza corporea, e soprattutto Carl Orff (1895-1982). La metodologia Orff, oggi riconosciuta a livello internazionale come una delle più efficaci nell’educazione musicale di base, si fonda su cinque elementi caratteristici: il coinvolgimento globale della persona; l’apprendimento tramite azioni di gruppo; l’unità inscindibile di musica-movimento-parola; l’utilizzo dello strumentario; la centralità dell’improvvisazione. Ogni bambino tende a partecipare in modo diverso secondo le sue attitudini e il proprio carattere e l’obiettivo è riuscire a trovare attività musicali, sonore, ritmiche e di movimento che lo faccia sentire parte di un gruppo. Le attività proposte sono prima di tutto giochi con i quali si cerca di trasmettere gli aspetti basilari della propedeutica musicale, puntando a sviluppare e favorire l’ascolto, l’osservazione, la coordinazione motoria, l’interazione con gli altri, la memoria, la concentrazione, l’attenzione. Vengono utilizzati, separatamente o in maniera congiunta, movimento, strumenti musicali e voce per cercare di arrivare a vere e proprie performance musicali. L’obiettivo principale è di abituare i bambini all’idea che all’interno del laboratorio si fanno sì dei giochi, ma giochi strutturati che hanno a che fare con la musica, i suoni e il movimento. Lo spazio del laboratorio è privo di “distrattori” in modo da mantenere i bambini concentrati sulla musica. Vengono svolte principalmente attività di movimento. Un esempio è il gioco della “statua di sale”: si balla su una canzone e appena la musica si interrompe si deve rimanere immobili per poi ricominciare a ballare al rientrare della musica. Un altro esempio è “batti e ribatti”: si gioca con immagini di carte, ciascuna delle quali prevede un colpo dato su, o con una parte del corpo diversa. “Suonando” combinazioni di carte diverse mostrate, i bambini possono sperimentare la differenza dei suoni, il ritmo legato al corpo, oltre che l’esperienza di una piccola esecuzione mantenendo l’attenzione su chi dirige. Un terzo esempio si avvale del “libro che fa dei suoni”. Differenti fonemi sono collegati a macchie di colore e grandezza diversi, creando così delle pagine da leggere con vocalizzi diversi a seconda appunto delle forme e dei colori che vengono proposti. Per imitazione, si suonano piccoli strumenti, come sonagli, tamburelli e simili; il conduttore esegue un piccolo pattern ritmico (ogni volta diverso) e i bambini sono chiamati a rispondere con lo stesso pattern. Tutte le attività sono volte all’incremento dell’attenzione e della coordinazione, propedeutiche agli obiettivi principali del laboratorio: eseguire ritmi con piccoli strumenti o con il corpo seguendo le indicazioni del conduttore, imparare a leggere simboli che servono a codificare la musica e utilizzare i suoi elementi fondanti: i suoni, le pause, i parametri piano/forte e veloce/lento.
Progetti Una breccia nel muro - ODV
ComunitABA, Sviluppo di autonomie personali e sociali in ambiente ABA per ragazzi e ragazze con autismo
Scopo del progetto è quello di predisporre ed erogare un intervento coerente con i principi dell’Analisi del comportamento applicata in favore di ragazzi e ragazze con disturbo dello spettro autistico per educarli all’autonomia e ridurre i comportamenti inappropriati in ambienti sia domestici sia comunitari.
Il progetto tende a sviluppare e mantenere: autonomie personali (alimentazione, igiene personale e cura di sé, vestirsi e svestirsi eccetera); autonomie domestiche (riordinare, pulire, usare elettrodomestici, cucinare eccetera); autonomie personali nella comunità (usufruire dei servizi sul territorio, prendere i mezzi pubblici, usare il denaro e il telefono, leggere l’ora, comprendere le regole sociali per promuovere l’appartenenza a gruppi, muoversi in sicurezza eccetera); impiego del tempo libero in attività socialmente accettabili e piacevoli, sia individuali sia di gruppo (giochi interattivi da tavolo, giochi di carte, scacchi, attività sportive, ascolto e pratica della musica, scuola di teatro, cura delle piante e degli animali domestici, bricolage, cinema, palestra, uscite di gruppo eccetera). Per i più grandi sarà possibile svolgere stage presso aziende.
I percorsi di autonomia hanno come punto di riferimento i Centri “Facciamo breccia” di Roma e Salerno; coinvolgono piccoli gruppi (al massimo quattro ragazzi per ciascun gruppo, preferibilmente coetanei e con funzionamento cognitivo e livello adattivo simili); prevedono l’accompagnamento di un terapista e la supervisione costante di personale specializzato .
Il progetto è svolto in solidarietà, con l’importante contributo finanziario di Enel Cuore onlus.


Progetti Una breccia nel muro - ODV
Con gli altri, come gli altri
Si tratta di un progetto di solidarietà e inclusione fortemente voluto dall’Associazione.
L’iniziativa ha diverse finalità: ampliare gli interessi, valorizzare le attitudini, accrescere l’autostima di bambini con disturbo dello spettro autistico; far superare alle famiglie il senso di solitudine e far prendere loro consapevolezza che ogni possibilità può essere aperta per i figli; includere la diversità all’interno di attività ludiche e formative correnti per aumentare la sensibilità verso la disabilità di tutti i bambini e di tutte le famiglie. L’ambito di attività proposte è molto ampio: rugby, golf, yoga, scacchi, teatro, musica, disegno e pittura, domeniche al cinema, escursioni sui campi di neve. Vengono sollecitati tutti i bambini a prescindere dalla gravità della sindrome e anche se non sono in cura presso i Centri “Facciamo breccia”. In generale, per le diverse iniziative, vengono promosse specifiche collaborazioni con altri soggetti del terzo settore.
Progetti Una breccia nel muro - ODV
Rugby sui campi di Tor di Quinto a Roma
In collaborazione con “Primavera rugby Roma”, “L’emozione non ha voce” e “SoRTe” un gruppo di bambini fa allenamenti di rugby sui campi di Tor di Quinto. Il rugby facilita la socializzazione, il rispetto dei turni sul campo e crea, con il “terzo tempo”, un ambiente di scambio importante per i bambini e le loro famiglie.


Progetti Una breccia nel muro - ODV
Golf4Autism
In collaborazione con i maestri federali di Golfprogram e RiDiamo un gruppo di bambini con autismo vengono iniziati al golf sui campi di “Archi di Claudio” Golf club di Roma. Un’iniziativa analoga con altro team viene svolta presso il Golf club Salerno di Pontecagnano. Il progetto si è esteso ed è attualmente portato avanti anche presso il “Buena vista” golf club di Anzano del Parco (CO) e presso il Golf club Carimate.
Il golf è congeniale ai bambini con autismo: comporta una concentrazione limitata nel tempo e gesti tecnici ripetitivi; si svolge in spazi ampi e senza la presenza di elementi distraenti.
Il progetto ha il patrocinio dalla Federazione italiana golf, FIG, e dal Comitato Ryder Cup 2022. A Gol4Autism stanno aderendo altri golf club nel paese. La FIG ha deciso di destinare 18 ore di lezioni specificamente orientate al golf per l’autismo (tenute da psicologi e maestri federali) all’interno dei corsi per istruttori che si svolgono presso la Scuola nazionale golf di Sutri. S presso ono stati tenuti due corsi di aggiornamento per istruttori professionisti presso la Scuola di Sutri e a Milano.
Progetti Una breccia nel muro - ODV
Laboratori di musica, di teatro e di disegno e pittura
In collaborazione con la Cooperativa sociale “Insieme per fare”, alcuni bambini con autismo sono stati integrati, a partire da ottobre 2018, nei laboratori di musica, di teatro e di disegno e pittura attivi all’interno delle iniziative promosse dalla cooperativa e rivolte a tutti i bambini.
Attraverso il teatro è possibile promuovere l’acquisizione di abilità verbali, espressive e creative, stimolare la capacità di interagire con gli altri e far sperimentare situazioni e comportamenti nuovi. Il teatro costituisce un strumento molto utile per conoscere e comprendere sentimenti ed emozioni proprie e altrui, per comunicare attraverso il linguaggio verbale e non verbale, armonizzando i movimenti del corpo con la voce, per imparare a immedesimarsi nell’altro e scoprire il gioco socio-drammatico.
Attraverso la musica è possibile migliorare le capacità comunicative e i comportamenti verso gli altri e verso se stessi. L’ascolto e la produzione musicale possono avere un ruolo importante nello sviluppo dei bambini. Sono stimolati molti sensi; si attivano il sistema uditivo in chi ascolta, il sistema visivo in chi vede suonare uno strumento e il tatto in chi lo suona. L’intervento musicale nei bambini con disturbo dello spettro autistico, oltre a favorirne l’apprendimento di competenze musicali e a far imparare a suonare uno strumento, stimola l’interazione sociale e i comportamenti adattivi.
Le attività grafiche potenziano la coordinazione dinamica delle braccia, la motricità fine della mano e l’integrazione oculo manuale. Colorare stimola le aree cerebrali legate alle abilità motorie, ai sensi, alla creatività e alla concentrazione. Attraverso il disegno è possibile insegnare ai bambini con disturbo dello spettro autistico a riconoscere i colori, ad abbinare, a mescolare e a esprimersi in maniera creativa.


Progetti Una breccia nel muro - ODV
Scuola di scacchi
Le attività legate al gioco degli scacchi sono in grado di favorire lo sviluppo di abilità cognitive e metacognitive; spingono il bambino con autismo all’interazione costante con l’altro, in un ambiente gradevole e non giudicante. Viene potenziata l’autostima dei bambini mediante successi condivisi e facilitata la modulazione delle loro emozioni, addestrandoli gradualmente alla lettura delle proprie e di quelle altrui. Sono promosse condotte pro-sociali, allenando al confronto e alla turnazione regolata; e si impara a pensare.
In collaborazione con la “Scuola popolare di scacchi” e la Cooperativa sociale “Insieme per fare” alcuni bambini con sindrome di Asperger hanno iniziato a giocare a scacchi con coetanei a sviluppo tipico, con risultati molto promettenti.

Insegnami nel modo in cui imparo
È un progetto di intervento in favore di scolari, scolare, studenti e studentesse con disturbo specifico dell’apprendimento (DSA). Il disturbo è caratterizzato dalla difficoltà persistente, di grado lieve o moderato o grave, di apprendere e usare abilità scolastiche chiave per almeno sei mesi. Il DSA riguarda problemi nella lettura, con compromissioni nell’accuratezza, velocità, fluenza e comprensione del testo; nella scrittura, con compromissioni nell’accuratezza dello spelling, della grammatica e della punteggiatura e nella chiarezza/organizzazione dell’espressione scritta; nel calcolo, con compromissioni riguardo al concetto di numero, alla memorizzazione di aspetti aritmetici e al ragionamento matematico.
Gli obiettivi principali sono: favorire il miglioramento del benessere del/la bambino/a, migliorando le sue competenze neuropsicologiche e metacognitive legate agli apprendimenti scolastici; far acquisire al sistema famigliare/scolastico una capacità sufficiente per poter gestire le difficoltà del bambino.
Si tratta di operare sugli aspetti seguenti: conoscere il disturbo; conoscere le caratteristiche cognitive ed emotive individuali; utilizzare strategie che consentano di gestire il problema, portando il/la bambino/a a raggiungere un’autonomia nello studio via via più avanzata; indagare ed eventualmente modificare la rappresentazione di sé come studente; indagare ed eventualmente modificare la rappresentazione sviluppata riguardo alla scuola; indagare ed eventualmente modificare, se necessario, le rappresentazioni sviluppate in corrispondenza delle situazioni di successo o di fallimento; indagare ed eventualmente modificare le rappresentazioni sviluppate riguardo alle relazioni con i compagni, gli insegnanti e i genitori.
Il piano terapeutico prevede le attività seguenti: scelta del tutor DSA da affiancare allo studente; colloquio conoscitivo del tutor con la famiglia e con gli insegnanti; intervento del tutor in favore dello studente per due-tre sessioni settimanali di durata variabile fra un’ora e due ore a seconda dell’età e per un periodo di tempo cha va da un minimo di 4 a un massimo di 8-10 mesi; supervisioni con cadenza mensile dello psicologo (coordinatore dell’intervento) con il tutor; parent e teacher training svolto dallo psicologo con restituzione dei risultati via via conseguiti.
I beneficiari diretti sono studenti delle ultime tre classi di scuola elementare con DSA. Beneficiari indiretti sono i famigliari degli studenti, gli insegnanti e il gruppo classe.
Il progetto ha ricevuto un contributo finanziario dall’Otto per mille di Tavola valdese.

Laboratorio musicale presso il Centro “Facciamo breccia” di Roma
Il laboratorio musicale parte dall’idea di utilizzare la musica come strumento educativo e di favorire la partecipazione attiva dei bambini, stimolandoli da un punto di vista sensoriale e al livello motorio. Si cerca di assecondare il più possibile le predisposizioni di ogni bambino. La pratica viene anteposta alla teoria. I riferimenti nell’ideazione del laboratorio sono Emile Jaques-Dalcroze (1865-1950), per il quale il bambino può, attraverso il ritmo, avvicinarsi alla musica in modo naturale e sviluppare maggiore consapevolezza corporea, e soprattutto Carl Orff (1895-1982). La metodologia Orff, oggi riconosciuta a livello internazionale come una delle più efficaci nell’educazione musicale di base, si fonda su cinque elementi caratteristici: il coinvolgimento globale della persona; l’apprendimento tramite azioni di gruppo; l’unità inscindibile di musica-movimento-parola; l’utilizzo dello strumentario; la centralità dell’improvvisazione. Ogni bambino tende a partecipare in modo diverso secondo le sue attitudini e il proprio carattere e l’obiettivo è riuscire a trovare attività musicali, sonore, ritmiche e di movimento che lo faccia sentire parte di un gruppo. Le attività proposte sono prima di tutto giochi con i quali si cerca di trasmettere gli aspetti basilari della propedeutica musicale, puntando a sviluppare e favorire l’ascolto, l’osservazione, la coordinazione motoria, l’interazione con gli altri, la memoria, la concentrazione, l’attenzione. Vengono utilizzati, separatamente o in maniera congiunta, movimento, strumenti musicali e voce per cercare di arrivare a vere e proprie performance musicali. L’obiettivo principale è di abituare i bambini all’idea che all’interno del laboratorio si fanno sì dei giochi, ma giochi strutturati che hanno a che fare con la musica, i suoni e il movimento. Lo spazio del laboratorio è privo di “distrattori” in modo da mantenere i bambini concentrati sulla musica. Vengono svolte principalmente attività di movimento. Un esempio è il gioco della “statua di sale”: si balla su una canzone e appena la musica si interrompe si deve rimanere immobili per poi ricominciare a ballare al rientrare della musica. Un altro esempio è “batti e ribatti”: si gioca con immagini di carte, ciascuna delle quali prevede un colpo dato su, o con una parte del corpo diversa. “Suonando” combinazioni di carte diverse mostrate, i bambini possono sperimentare la differenza dei suoni, il ritmo legato al corpo, oltre che l’esperienza di una piccola esecuzione mantenendo l’attenzione su chi dirige. Un terzo esempio si avvale del “libro che fa dei suoni”. Differenti fonemi sono collegati a macchie di colore e grandezza diversi, creando così delle pagine da leggere con vocalizzi diversi a seconda appunto delle forme e dei colori che vengono proposti. Per imitazione, si suonano piccoli strumenti, come sonagli, tamburelli e simili; il conduttore esegue un piccolo pattern ritmico (ogni volta diverso) e i bambini sono chiamati a rispondere con lo stesso pattern. Tutte le attività sono volte all’incremento dell’attenzione e della coordinazione, propedeutiche agli obiettivi principali del laboratorio: eseguire ritmi con piccoli strumenti o con il corpo seguendo le indicazioni del conduttore, imparare a leggere simboli che servono a codificare la musica e utilizzare i suoi elementi fondanti: i suoni, le pause, i parametri piano/forte e veloce/lento.

ComunitABA, Sviluppo di autonomie personali e sociali in ambiente ABA per ragazzi e ragazze con autismo
Scopo del progetto è quello di predisporre ed erogare un intervento coerente con i principi dell’Analisi del comportamento applicata in favore di ragazzi e ragazze con disturbo dello spettro autistico per educarli all’autonomia e ridurre i comportamenti inappropriati in ambienti sia domestici sia comunitari.
Il progetto tende a sviluppare e mantenere: autonomie personali (alimentazione, igiene personale e cura di sé, vestirsi e svestirsi eccetera); autonomie domestiche (riordinare, pulire, usare elettrodomestici, cucinare eccetera); autonomie personali nella comunità (usufruire dei servizi sul territorio, prendere i mezzi pubblici, usare il denaro e il telefono, leggere l’ora, comprendere le regole sociali per promuovere l’appartenenza a gruppi, muoversi in sicurezza eccetera); impiego del tempo libero in attività socialmente accettabili e piacevoli, sia individuali sia di gruppo (giochi interattivi da tavolo, giochi di carte, scacchi, attività sportive, ascolto e pratica della musica, scuola di teatro, cura delle piante e degli animali domestici, bricolage, cinema, palestra, uscite di gruppo eccetera). Per i più grandi sarà possibile svolgere stage presso aziende.
I percorsi di autonomia hanno come punto di riferimento i Centri “Facciamo breccia” di Roma e Salerno; coinvolgono piccoli gruppi (al massimo quattro ragazzi per ciascun gruppo, preferibilmente coetanei e con funzionamento cognitivo e livello adattivo simili); prevedono l’accompagnamento di un terapista e la supervisione costante di personale specializzato .
Il progetto è svolto in solidarietà, con l’importante contributo finanziario di Enel Cuore onlus.

Con gli altri, come gli altri
Si tratta di un progetto di solidarietà e inclusione fortemente voluto dall’Associazione.
L’iniziativa ha diverse finalità: ampliare gli interessi, valorizzare le attitudini, accrescere l’autostima di bambini con disturbo dello spettro autistico; far superare alle famiglie il senso di solitudine e far prendere loro consapevolezza che ogni possibilità può essere aperta per i figli; includere la diversità all’interno di attività ludiche e formative correnti per aumentare la sensibilità verso la disabilità di tutti i bambini e di tutte le famiglie. L’ambito di attività proposte è molto ampio: rugby, golf, yoga, scacchi, teatro, musica, disegno e pittura, domeniche al cinema, escursioni sui campi di neve. Vengono sollecitati tutti i bambini a prescindere dalla gravità della sindrome e anche se non sono in cura presso i Centri “Facciamo breccia”. In generale, per le diverse iniziative, vengono promosse specifiche collaborazioni con altri soggetti del terzo settore.

Rugby sui campi di Tor di Quinto a Roma
In collaborazione con “Primavera rugby Roma”, “L’emozione non ha voce” e “SoRTe” un gruppo di bambini fa allenamenti di rugby sui campi di Tor di Quinto. Il rugby facilita la socializzazione, il rispetto dei turni sul campo e crea, con il “terzo tempo”, un ambiente di scambio importante per i bambini e le loro famiglie.

Golf4Autism
In collaborazione con i maestri federali di Golfprogram e RiDiamo un gruppo di bambini con autismo vengono iniziati al golf sui campi di “Archi di Claudio” Golf club di Roma. Un’iniziativa analoga con altro team viene svolta presso il Golf club Salerno di Pontecagnano. Il progetto si è esteso ed è attualmente portato avanti anche presso il “Buena vista” golf club di Anzano del Parco (CO) e presso il Golf club Carimate.
Il golf è congeniale ai bambini con autismo: comporta una concentrazione limitata nel tempo e gesti tecnici ripetitivi; si svolge in spazi ampi e senza la presenza di elementi distraenti.
Il progetto ha il patrocinio dalla Federazione italiana golf, FIG, e dal Comitato Ryder Cup 2022. A Gol4Autism stanno aderendo altri golf club nel paese. La FIG ha deciso di destinare 18 ore di lezioni specificamente orientate al golf per l’autismo (tenute da psicologi e maestri federali) all’interno dei corsi per istruttori che si svolgono presso la Scuola nazionale golf di Sutri. S presso ono stati tenuti due corsi di aggiornamento per istruttori professionisti presso la Scuola di Sutri e a Milano.

Laboratori di musica, di teatro e di disegno e pittura
In collaborazione con la Cooperativa sociale “Insieme per fare”, alcuni bambini con autismo sono stati integrati, a partire da ottobre 2018, nei laboratori di musica, di teatro e di disegno e pittura attivi all’interno delle iniziative promosse dalla cooperativa e rivolte a tutti i bambini.
Attraverso il teatro è possibile promuovere l’acquisizione di abilità verbali, espressive e creative, stimolare la capacità di interagire con gli altri e far sperimentare situazioni e comportamenti nuovi. Il teatro costituisce un strumento molto utile per conoscere e comprendere sentimenti ed emozioni proprie e altrui, per comunicare attraverso il linguaggio verbale e non verbale, armonizzando i movimenti del corpo con la voce, per imparare a immedesimarsi nell’altro e scoprire il gioco socio-drammatico.
Attraverso la musica è possibile migliorare le capacità comunicative e i comportamenti verso gli altri e verso se stessi. L’ascolto e la produzione musicale possono avere un ruolo importante nello sviluppo dei bambini. Sono stimolati molti sensi; si attivano il sistema uditivo in chi ascolta, il sistema visivo in chi vede suonare uno strumento e il tatto in chi lo suona. L’intervento musicale nei bambini con disturbo dello spettro autistico, oltre a favorirne l’apprendimento di competenze musicali e a far imparare a suonare uno strumento, stimola l’interazione sociale e i comportamenti adattivi.
Le attività grafiche potenziano la coordinazione dinamica delle braccia, la motricità fine della mano e l’integrazione oculo manuale. Colorare stimola le aree cerebrali legate alle abilità motorie, ai sensi, alla creatività e alla concentrazione. Attraverso il disegno è possibile insegnare ai bambini con disturbo dello spettro autistico a riconoscere i colori, ad abbinare, a mescolare e a esprimersi in maniera creativa.

Scuola di scacchi
Le attività legate al gioco degli scacchi sono in grado di favorire lo sviluppo di abilità cognitive e metacognitive; spingono il bambino con autismo all’interazione costante con l’altro, in un ambiente gradevole e non giudicante. Viene potenziata l’autostima dei bambini mediante successi condivisi e facilitata la modulazione delle loro emozioni, addestrandoli gradualmente alla lettura delle proprie e di quelle altrui. Sono promosse condotte pro-sociali, allenando al confronto e alla turnazione regolata; e si impara a pensare.
In collaborazione con la “Scuola popolare di scacchi” e la Cooperativa sociale “Insieme per fare” alcuni bambini con sindrome di Asperger hanno iniziato a giocare a scacchi con coetanei a sviluppo tipico, con risultati molto promettenti.

Insegnami nel modo in cui imparo
È un progetto di intervento in favore di scolari, scolare, studenti e studentesse con disturbo specifico dell’apprendimento (DSA). Il disturbo è caratterizzato dalla difficoltà persistente, di grado lieve o moderato o grave, di apprendere e usare abilità scolastiche chiave per almeno sei mesi. Il DSA riguarda problemi nella lettura, con compromissioni nell’accuratezza, velocità, fluenza e comprensione del testo; nella scrittura, con compromissioni nell’accuratezza dello spelling, della grammatica e della punteggiatura e nella chiarezza/organizzazione dell’espressione scritta; nel calcolo, con compromissioni riguardo al concetto di numero, alla memorizzazione di aspetti aritmetici e al ragionamento matematico.
Gli obiettivi principali sono: favorire il miglioramento del benessere del/la bambino/a, migliorando le sue competenze neuropsicologiche e metacognitive legate agli apprendimenti scolastici; far acquisire al sistema famigliare/scolastico una capacità sufficiente per poter gestire le difficoltà del bambino.
Si tratta di operare sugli aspetti seguenti: conoscere il disturbo; conoscere le caratteristiche cognitive ed emotive individuali; utilizzare strategie che consentano di gestire il problema, portando il/la bambino/a a raggiungere un’autonomia nello studio via via più avanzata; indagare ed eventualmente modificare la rappresentazione di sé come studente; indagare ed eventualmente modificare la rappresentazione sviluppata riguardo alla scuola; indagare ed eventualmente modificare, se necessario, le rappresentazioni sviluppate in corrispondenza delle situazioni di successo o di fallimento; indagare ed eventualmente modificare le rappresentazioni sviluppate riguardo alle relazioni con i compagni, gli insegnanti e i genitori.
Il piano terapeutico prevede le attività seguenti: scelta del tutor DSA da affiancare allo studente; colloquio conoscitivo del tutor con la famiglia e con gli insegnanti; intervento del tutor in favore dello studente per due-tre sessioni settimanali di durata variabile fra un’ora e due ore a seconda dell’età e per un periodo di tempo cha va da un minimo di 4 a un massimo di 8-10 mesi; supervisioni con cadenza mensile dello psicologo (coordinatore dell’intervento) con il tutor; parent e teacher training svolto dallo psicologo con restituzione dei risultati via via conseguiti.
I beneficiari diretti sono studenti delle ultime tre classi di scuola elementare con DSA. Beneficiari indiretti sono i famigliari degli studenti, gli insegnanti e il gruppo classe.
Il progetto ha ricevuto un contributo finanziario dall’Otto per mille di Tavola valdese.

Laboratorio musicale presso il Centro “Facciamo breccia” di Roma
Il laboratorio musicale parte dall’idea di utilizzare la musica come strumento educativo e di favorire la partecipazione attiva dei bambini, stimolandoli da un punto di vista sensoriale e al livello motorio. Si cerca di assecondare il più possibile le predisposizioni di ogni bambino. La pratica viene anteposta alla teoria. I riferimenti nell’ideazione del laboratorio sono Emile Jaques-Dalcroze (1865-1950), per il quale il bambino può, attraverso il ritmo, avvicinarsi alla musica in modo naturale e sviluppare maggiore consapevolezza corporea, e soprattutto Carl Orff (1895-1982). La metodologia Orff, oggi riconosciuta a livello internazionale come una delle più efficaci nell’educazione musicale di base, si fonda su cinque elementi caratteristici: il coinvolgimento globale della persona; l’apprendimento tramite azioni di gruppo; l’unità inscindibile di musica-movimento-parola; l’utilizzo dello strumentario; la centralità dell’improvvisazione. Ogni bambino tende a partecipare in modo diverso secondo le sue attitudini e il proprio carattere e l’obiettivo è riuscire a trovare attività musicali, sonore, ritmiche e di movimento che lo faccia sentire parte di un gruppo. Le attività proposte sono prima di tutto giochi con i quali si cerca di trasmettere gli aspetti basilari della propedeutica musicale, puntando a sviluppare e favorire l’ascolto, l’osservazione, la coordinazione motoria, l’interazione con gli altri, la memoria, la concentrazione, l’attenzione. Vengono utilizzati, separatamente o in maniera congiunta, movimento, strumenti musicali e voce per cercare di arrivare a vere e proprie performance musicali. L’obiettivo principale è di abituare i bambini all’idea che all’interno del laboratorio si fanno sì dei giochi, ma giochi strutturati che hanno a che fare con la musica, i suoni e il movimento. Lo spazio del laboratorio è privo di “distrattori” in modo da mantenere i bambini concentrati sulla musica. Vengono svolte principalmente attività di movimento. Un esempio è il gioco della “statua di sale”: si balla su una canzone e appena la musica si interrompe si deve rimanere immobili per poi ricominciare a ballare al rientrare della musica. Un altro esempio è “batti e ribatti”: si gioca con immagini di carte, ciascuna delle quali prevede un colpo dato su, o con una parte del corpo diversa. “Suonando” combinazioni di carte diverse mostrate, i bambini possono sperimentare la differenza dei suoni, il ritmo legato al corpo, oltre che l’esperienza di una piccola esecuzione mantenendo l’attenzione su chi dirige. Un terzo esempio si avvale del “libro che fa dei suoni”. Differenti fonemi sono collegati a macchie di colore e grandezza diversi, creando così delle pagine da leggere con vocalizzi diversi a seconda appunto delle forme e dei colori che vengono proposti. Per imitazione, si suonano piccoli strumenti, come sonagli, tamburelli e simili; il conduttore esegue un piccolo pattern ritmico (ogni volta diverso) e i bambini sono chiamati a rispondere con lo stesso pattern. Tutte le attività sono volte all’incremento dell’attenzione e della coordinazione, propedeutiche agli obiettivi principali del laboratorio: eseguire ritmi con piccoli strumenti o con il corpo seguendo le indicazioni del conduttore, imparare a leggere simboli che servono a codificare la musica e utilizzare i suoi elementi fondanti: i suoni, le pause, i parametri piano/forte e veloce/lento.

ComunitABA, Sviluppo di autonomie personali e sociali in ambiente ABA per ragazzi e ragazze con autismo
Scopo del progetto è quello di predisporre ed erogare un intervento coerente con i principi dell’Analisi del comportamento applicata in favore di ragazzi e ragazze con disturbo dello spettro autistico per educarli all’autonomia e ridurre i comportamenti inappropriati in ambienti sia domestici sia comunitari.
Il progetto tende a sviluppare e mantenere: autonomie personali (alimentazione, igiene personale e cura di sé, vestirsi e svestirsi eccetera); autonomie domestiche (riordinare, pulire, usare elettrodomestici, cucinare eccetera); autonomie personali nella comunità (usufruire dei servizi sul territorio, prendere i mezzi pubblici, usare il denaro e il telefono, leggere l’ora, comprendere le regole sociali per promuovere l’appartenenza a gruppi, muoversi in sicurezza eccetera); impiego del tempo libero in attività socialmente accettabili e piacevoli, sia individuali sia di gruppo (giochi interattivi da tavolo, giochi di carte, scacchi, attività sportive, ascolto e pratica della musica, scuola di teatro, cura delle piante e degli animali domestici, bricolage, cinema, palestra, uscite di gruppo eccetera). Per i più grandi sarà possibile svolgere stage presso aziende.
I percorsi di autonomia hanno come punto di riferimento i Centri “Facciamo breccia” di Roma e Salerno; coinvolgono piccoli gruppi (al massimo quattro ragazzi per ciascun gruppo, preferibilmente coetanei e con funzionamento cognitivo e livello adattivo simili); prevedono l’accompagnamento di un terapista e la supervisione costante di personale specializzato .
Il progetto è svolto in solidarietà, con l’importante contributo finanziario di Enel Cuore onlus.

Con gli altri, come gli altri
Si tratta di un progetto di solidarietà e inclusione fortemente voluto dall’Associazione.
L’iniziativa ha diverse finalità: ampliare gli interessi, valorizzare le attitudini, accrescere l’autostima di bambini con disturbo dello spettro autistico; far superare alle famiglie il senso di solitudine e far prendere loro consapevolezza che ogni possibilità può essere aperta per i figli; includere la diversità all’interno di attività ludiche e formative correnti per aumentare la sensibilità verso la disabilità di tutti i bambini e di tutte le famiglie. L’ambito di attività proposte è molto ampio: rugby, golf, yoga, scacchi, teatro, musica, disegno e pittura, domeniche al cinema, escursioni sui campi di neve. Vengono sollecitati tutti i bambini a prescindere dalla gravità della sindrome e anche se non sono in cura presso i Centri “Facciamo breccia”. In generale, per le diverse iniziative, vengono promosse specifiche collaborazioni con altri soggetti del terzo settore.
Rugby sui campi di Tor di Quinto a Roma
In collaborazione con “Primavera rugby Roma”, “L’emozione non ha voce” e “SoRTe” un gruppo di bambini fa allenamenti di rugby sui campi di Tor di Quinto. Il rugby facilita la socializzazione, il rispetto dei turni sul campo e crea, con il “terzo tempo”, un ambiente di scambio importante per i bambini e le loro famiglie.

Golf4Autism
In collaborazione con i maestri federali di Golfprogram e RiDiamo un gruppo di bambini con autismo vengono iniziati al golf sui campi di “Archi di Claudio” Golf club di Roma. Un’iniziativa analoga con altro team viene svolta presso il Golf club Salerno di Pontecagnano. Il progetto si è esteso ed è attualmente portato avanti anche presso il “Buena vista” golf club di Anzano del Parco (CO) e presso il Golf club Carimate.
Il golf è congeniale ai bambini con autismo: comporta una concentrazione limitata nel tempo e gesti tecnici ripetitivi; si svolge in spazi ampi e senza la presenza di elementi distraenti.
Il progetto ha il patrocinio dalla Federazione italiana golf, FIG, e dal Comitato Ryder Cup 2022. A Gol4Autism stanno aderendo altri golf club nel paese. La FIG ha deciso di destinare 18 ore di lezioni specificamente orientate al golf per l’autismo (tenute da psicologi e maestri federali) all’interno dei corsi per istruttori che si svolgono presso la Scuola nazionale golf di Sutri. S presso ono stati tenuti due corsi di aggiornamento per istruttori professionisti presso la Scuola di Sutri e a Milano.

Laboratori di musica, di teatro e di disegno e pittura
In collaborazione con la Cooperativa sociale “Insieme per fare”, alcuni bambini con autismo sono stati integrati, a partire da ottobre 2018, nei laboratori di musica, di teatro e di disegno e pittura attivi all’interno delle iniziative promosse dalla cooperativa e rivolte a tutti i bambini.
Attraverso il teatro è possibile promuovere l’acquisizione di abilità verbali, espressive e creative, stimolare la capacità di interagire con gli altri e far sperimentare situazioni e comportamenti nuovi. Il teatro costituisce un strumento molto utile per conoscere e comprendere sentimenti ed emozioni proprie e altrui, per comunicare attraverso il linguaggio verbale e non verbale, armonizzando i movimenti del corpo con la voce, per imparare a immedesimarsi nell’altro e scoprire il gioco socio-drammatico.
Attraverso la musica è possibile migliorare le capacità comunicative e i comportamenti verso gli altri e verso se stessi. L’ascolto e la produzione musicale possono avere un ruolo importante nello sviluppo dei bambini. Sono stimolati molti sensi; si attivano il sistema uditivo in chi ascolta, il sistema visivo in chi vede suonare uno strumento e il tatto in chi lo suona. L’intervento musicale nei bambini con disturbo dello spettro autistico, oltre a favorirne l’apprendimento di competenze musicali e a far imparare a suonare uno strumento, stimola l’interazione sociale e i comportamenti adattivi.
Le attività grafiche potenziano la coordinazione dinamica delle braccia, la motricità fine della mano e l’integrazione oculo manuale. Colorare stimola le aree cerebrali legate alle abilità motorie, ai sensi, alla creatività e alla concentrazione. Attraverso il disegno è possibile insegnare ai bambini con disturbo dello spettro autistico a riconoscere i colori, ad abbinare, a mescolare e a esprimersi in maniera creativa.

Scuola di scacchi
Le attività legate al gioco degli scacchi sono in grado di favorire lo sviluppo di abilità cognitive e metacognitive; spingono il bambino con autismo all’interazione costante con l’altro, in un ambiente gradevole e non giudicante. Viene potenziata l’autostima dei bambini mediante successi condivisi e facilitata la modulazione delle loro emozioni, addestrandoli gradualmente alla lettura delle proprie e di quelle altrui. Sono promosse condotte pro-sociali, allenando al confronto e alla turnazione regolata; e si impara a pensare.
In collaborazione con la “Scuola popolare di scacchi” e la Cooperativa sociale “Insieme per fare” alcuni bambini con sindrome di Asperger hanno iniziato a giocare a scacchi con coetanei a sviluppo tipico, con risultati molto promettenti.
