Antonella asroma

“Struttura qualificata, terapisti strepitosi, luogo ideale per bambini autistici….. Che dire, Grazie per esserci.”

Elisabetta Cedrini Gugnone

“Il vostro staff è speciale come speciali sono i nostri figli.”                           

Una mamma

“Tra le numerose avventure che l’Associazione ‘Una breccia nel muro’ propone ai nostri bambini non manca l’attenzione per lo sport… e che sport! Quest’anno la mia bambina ha potuto conoscere il golf. Uno sport bellissimo, praticato in un ambiente da favola. È stato davvero dolce e divertente tentare. Lei mi ha sorpreso con progressi continui. Abbiamo incontrato insegnanti dal cuore grande, che pur non conoscendo i nostri problemi ci hanno aperto cuore e mente offrendo aiuto, pazienza e tempo. Loro per primi hanno creduto nei nostri bimbi, condividendo con noi la passione della loro vita.
Grazie per questa avventura unica!”

Rita, mamma di un bimbo

“L’amicizia in uno scatto: condivisione, relax, divertimento, piacere di stare insieme! Anni di preparazione, lavoro, sacrificio, fatica, accompagnati dalla professionalità e dalla passione di Breccia, costellati di piccoli traguardi che si condensano sempre più spesso in questi successi!”

Barbara Centoni

“Grazie per aiutarmi a diventare una mamma migliore per mio figlio. Grazie perché mi aiutate ogni volta ad entrare e capire di più il suo mondo e cercare di capirlo al meglio. Grazie per ogni sorriso e ogni sguardo di conforto. Grazie perché entrare a Breccia vuol dire ogni volta sentirsi accolti e stare bene. Io sarò anche una Brava Mamma ma voi mi aiutate ad esserlo.”

IL MIO PERCORSO CON MARTA. DURO MA POSITIVO
Testimonianza ospitata nella Newsletter n. 1 dell’Associazione

“Mamma… eni, eni [vieni], iaaaa [via]”. Inizia un video con una canzone: E uno e due e uno-due- tre, saltiamo, balliamo e poi ci divertiamo. “Eccomi amore”, le rispondo io. E iniziamo a ballare, a ritmo di musica, mano nella mano, facendo un girotondo, tra una giravolta e un’altra, saltando e ridendo al massimo della gioia.Continuo a guardarla, con le lacrime agli occhi per la felicità. Non mi sembra ancora vero. Ma è lei? E’ Marta, la mia bimba di due anni e mezzo. Fino a sette mesi fa scappava e correva senza una meta per la stanza. La chiamavo per nome e in mille modi carini e dolci, ma non si girava e non mi guardava negli occhi neanche quando le davo il latte. Le ripetevo, con tanto entusiasmo, i versi degli animali della fattoria, ma non ricevevo neanche un’imitazione approssimata. … “Mamma, mamma, ancora, ancora”. Ora la voce allegra di Marta, le sue gambe in movimento, le manine che mi stringono e mi invitano a farla saltellare in alto… mi riportano alla “nuova” realtà. E che bella realtà. Una realtà che vede oggi una bimbetta che sta seguendo da luglio 2012 un programma rivolto a bambini autistici presso l’associazione di volontariato Una breccia nel muro. Ha fatto passi da gigante, ha iniziato a comunicare con le paroline e non solo indicando. E’ un’altra bimba, dicono tutti. Certo, la strada è ancora lunga, faticosa, difficile. Continuiamo a lottare, a seguire passo passo i consigli, il programma, le indicazioni delle terapiste e degli specialisti che seguono Marta e noi genitori.”

QUANDO NELLA MIA FAMIGLIA È ENTRATO “LO SPETTRO”
Testimonianza ospitata nella Newsletter n. 8 dell’Associazione

“Tutte le famiglie felici si somigliano, ogni famiglia infelice è invece disgraziata a modo suo” (Lev Tolstoj, Anna Karenina ): oggi, a quasi un anno dalla diagnosi di autismo di mio figlio, dissento da questa famosa citazione, oggi so che non tutte le famiglie sono felici allo stesso modo. Parlare di felicità in una famiglia in cui è entrato “lo spettro” – lo spettro autistico – è sempre molto difficile, il rischio è di cadere in quello sdolcinato quanto stucchevole buonismo che oggi, mi pare, vada per la maggiore.
Noi genitori abbiamo due modi per poterci relazionare con i nostri figli: possiamo rinunciare ad esser genitori felici lasciandoli come presenze incorporee, spettri appunto, che abitano la nostre case oppure possiamo lasciare che ci scompongano il cuore come spettri di luce e che ci insegnino ad amare perfino nelle infinite e stanche scomposizioni dei loro apprendimenti, trials, prove, prove su prove, e lasciare che di pervasivo ci sia un amore più grande dei nostri progetti su di loro, e non una diagnosi.
La felicità per me oggi è un incastro messo al posto giusto, uno sguardo fuggevole come le bolle di sapone che hanno accompagnato l’inizio di questo cammino, e la disarmante semplicità di questi nostri figli che ci ricordano dove rivolgere lo sguardo quando il cuore non ce la fa: alle cose semplici, piccole e, per molti, insignificanti.
Un grazie a tutte le mamme della Breccia, a chi mi ha sostenuta nel “corridoio del tempo” che passa ad aspettare che finisca la terapia, alle terapiste che svuotano se stesse per donarsi ai nostri bimbi, a tutti, davvero tutti, quelli che ci stanno accompagnando in questo difficile cammino.”

UNA GIORNATA SULLA NEVE. E’ STATO FACILE
Testimonianza ospitata nella Newsletter n. 15 dell’Associazione

“Tra le avventure più belle vissute di recente vi è indubbiamente la prima volta sulla neve di Giulia e ve ne voglio parlare.
L’Associazione “Una breccia nel muro” si sta adoperando per offrirci la possibilità di vivere esperienze divertenti che a volte ci vengono precluse per le numerose difficoltà che l’autismo comporta. Altre volte siamo noi a limitarci, ritenendole impossibili da gestire.
La prima cosa che ho riscontrato, con grande sorpresa, devo ammetterlo, è che la gita sulla neve è stata FACILE! L’Associazione ci ha liberato dal peso della gestione di numerosi aspetti organizzativi, primo fra tutti il viaggio. Ci è stato messo a disposizione un pullman che ci ha comodamente portati fino a Campo Felice. È stata prevista una sosta a un punto di noleggio slittini dove l’Associazione li ha affittati per i bimbi presenti.
Giulia si è divertita tantissimo e noi con lei. Mi resterà sempre nel cuore il sorriso incorniciato dalle guance rosse mentre chiede di fare un’altra discesa con lo slittino, lo sguardo curioso mentre tocca la neve fredda cercando di capire questa nuova sensazione. È stato meraviglioso!
Come per ogni iniziativa organizzata finora dall’Associazione ci è stata data la possibilità di invitare altri bambini, amici e parenti. Con noi è venuta l’amica del cuore di Giulia con la sorellina ed è scontato dirvi quale valore abbia avuto vederle giocare insieme tutto il giorno e capire che stavano vivendo una esperienza così ricca proprio grazie alla loro amica speciale.
Un grazie di cuore a “Una breccia nel muro”. W la neve!”

SECONDA GIORNATA SULLA NEVE
Testimonianza ospitata nella Newsletter n. 18 dell’Associazione

“In queste giornate nessuno ci giudica; le condizioni pratiche sono adattate il più possibile alle esigenze dei nostri bambini; passare il tempo insieme è facile ed estremamente piacevole. All’inizio di marzo abbiamo ripetuto la bellissima esperienza di una giornata sulla neve. Quest’anno l’avventura è stata ancora più bella e ricca di emozioni della volta passata. Ha giovato molto il fatto che le attività proposte da Breccia, e anche la gita sulla neve, sono aperte anche ai fratellini, cuginetti, amichetti, compagni di scuola. È stato sorprendente; ho provato una gioia immensa quando, girando l’invito dell’associazione per la gita a Campo Felice sul gruppo WhatsApp della classe di Giulia, ho ricevuto numerose risposte entusiaste. Così la domenica, sul pullman, Giulia si è seduta nelle ultime file, non vicino a me ma in mezzo ai suoi amici. È stato importante anche per me perché vedere nel pullman i genitori dei suoi compagni mi ha fatto provare un senso di accettazione importante. Come lo scorso anno, l’Associazione si è fatto carico della gestione di tutte le difficoltà pratiche. Ha messo a disposizione il pullman che ci ha portato comodamente fino alle piste di Campo Felice. Ha preso accordi per affittare gli slittini sul posto. Così a tutti noi non è rimasto altro da fare che divertirci e lo abbiamo fatto! Discese sullo slittino, vulcani di neve, corse e risate sono il ricordo di questa splendida giornata. Tutti erano entusiasti e vedere Giulia in mezzo agli altri bambini è stato per me meraviglioso.
Lo so che è difficile, ma vi assicuro che vale la pena buttarsi. Approfittiamo di queste occasioni. Se non ci proviamo ora insieme, più avanti sarà più difficile tentare e più facile rinunciare. Io posso riportare la mia esperienza: a distanza di un anno il comportamento di Giulia è migliorato tantissimo. In entrambe le occasioni la giornata sulla neve è stata memorabile. Scesi dal pullman, al ritorno, i bambini della sua classe e i loro genitori l’hanno (ci hanno) abbracciata, baciata e ringraziata per la bellissima giornata. Questa è felicità. Non lasciate che la paura di non riuscire privi voi e i vostri figli di questi momenti.”

Anita Grifoni

“Sono un’insegnante di sostegno in una scuola dell’infanzia di Roma, seguo una bambina che fa terapia presso ‘Una breccia nel muro’; posso riportare la grande professionalità del centro e la sua validità che ho riscontrato nei tanti progressi della mia alunna.”

Germana Felici

“Voi tutti regalate ai nostri bambini tanti momenti sereni e indimenticabili.”

Giulia, mamma di un bimbo

“Che bello vedere mio figlio che si interessa ai giochi dei coetanei e soprattutto che li condivide con piacere! Questo specifico lavoro sulle abilità sociali all’interno del piccolo gruppo sta dando frutti incredibili e, primo fra tutto, ha permesso a un’amicizia di sbocciare… queste sono le emozioni che ripagano interamente il duro lavoro di genitori e operatori”

Le voci dei genitori sul rugby

 “Grazie per l’impegno, la volontà e l’attenzione rivolta ai nostri piccoli. Grazie a questa magnifica esperienza abbiamo avuto l’;opportunità di conoscere tante belle persone; siete stati tutti molto, ma davvero molto bravi con i nostri ragazzi. E un grazie particolare se lo merita Aldo, che non si è mai risparmiato. Credo che l’esperienza stessa sia stata particolarmente gratificante….e questo ripaga al centuplo le piccole fatiche della strada che abbiamo scelto di percorrere insieme”

MIO FIGLIO E’ AUTISTICO, HO AVUTO AIUTO
Testimonianza comparsa sulla “Gazzetta del Mezzogiorno”, ripresa nella Newsletter n. 1 dell’Associazione

«In quest’ultimo anno ho fortuitamente scoperto un centro a Roma, “Una breccia nel muro”, legato all’ospedale “Bambino Gesù”. Dopo anni di solitudine terapeutica e medica nei quali ho rischiato di impazzire, dovendo vivere da sola un problema più grande di me, dove quasi mai sapevo come e cosa fare, dovendo anche convivere con la frustrazione di non saper comprendere il mio stesso bambino e il dolore atroce che questo non comprendersi causava in me, in lui e nel resto della famiglia che ci circondava, ho finalmente trovato uno spiraglio di luce in questo centro». … «Oltre a prendersi cura dei bambini, “Breccia nel muro” offre anche alle famiglie assistenza e formazione per dare loro davvero i mezzi necessari a prendersi cura dei propri bambini. Questo permette a genitori e figli di venirsi incontro: i bambini, sui quali viene applicata la terapia comportamentale ABA- VB, migliorano sensibilmente; i loro genitori, accuratamente formati, informati, assistiti psicologicamente e moralmente e incoraggiati dal team di professionisti del centro, hanno più mezzi e maggior voglia di interagire, giocare e prendersi cura dei loro stessi figli. Perché non è un mistero la difficoltà quotidiana che le famiglie colpite devono affrontare e non è un mistero che (soprattutto) le famiglie debbano affrontare da sole, non avendo nulla a cui aggrapparsi».

IL NOSTRO LUNGO CAMMINO FINO A SCOPRIRE LA “BRECCIA
Testimonianza ospitata nella Newsletter n. 8 dell’Associazione

“Ciao, sono la mamma di uno splendido bimbo di 5 anni. Quest’anno iniziamo il terzo anno della terapia cognitivo comportamentale a “Una breccia nel muro” a Roma. La scelta più giusta che potevamo fare per noi e per il nostro Amore. … Ero arrabbiata con il mondo, triste e angosciata, nessuno mi diceva cosa aveva il mio Cucciolo. Stavo perdendo del tempo prezioso. Abbiamo iniziato a fare da soli con Internet. … A gennaio del 2013 ci siamo rivolti alla ASL di zona e per assurdo, dico “finalmente”, in poche ore avevo la diagnosi di Autismo. Nella certificazione si consigliava 2 ore di logopedia e 2 di psicomotricità ma non si consigliava il metodo ABA. Cosi decidemmo di girare per strutture private che utilizzassero il metodo, ma tutti venditore di fumo; il tempo passava e le difficoltà aumentavano, e io e il mio Amore eravamo lontani anni luce, ero una mamma, ma non la sua mamma. Cosi ancora una volta su Internet troviamo diverse regioni d’Italia che utilizzano il metodo, ma quello giusto per noi si trovava a Roma. Decidemmo di chiamare ed è bastato un incontro, un colloquio, per decidere che “Una breccia nel muro” era la struttura giusta.
A maggio del 2013 abbiamo iniziato il nostro viaggio della speranza. Una settimana al mese, prendiamo la nostra valigia e si parte (una settimana al mese perché non abitiamo a Roma ). Abbiamo fatto i primi corsi, finalmente ci hanno spiegato cos’è l’autismo. Ci hanno presentato la nostra terapista e il nostro supervisore , anzi il nostro angelo, l’angelo custode del mio Amore. Non avrei mai immaginato che si aprisse un nuovo mondo. Quando ricevi una diagnosi cosi forte sai che nessuno ti capirà e invece ogni volta che varco la porta della “Breccia” so di essere capita, perché tutti loro conoscono il problema e hanno gli strumenti per affrontarlo.
Ho deciso di dare voce alla mia esperienza alla “Breccia” perché la differenza la fanno le persone, che non ho mai incontrato in nessun’altra struttura.”

IL COMPLEANNO DI GIULIA
Testimonianza ospitata nella Newsletter n. 11 dell’Associazione

“Sono la mamma di una meravigliosa bambina di tre anni alla quale un anno fa è stato diagnosticato un Disturbo dello spettro autistico. Vi racconto in breve la mia reazione, la nostra esperienza alla Breccia nel muro e soprattutto la festa di compleanno che abbiamo organizzato per Giulia con altri bambini.
Anche per me, come per molti genitori, nel momento della diagnosi il mondo sembrava finire, non riuscivo a immaginare un domani. La cosa peggiore era non capire quali fossero i confini del problema di mia figlia e non sapere se e come fosse possibile instaurare una comunicazione con lei.
Dallo scorso maggio Giulia ha iniziato la terapia secondo il metodo Aba presso il centro “Una breccia nel muro” e nella nostra vita è tornata la serenità. Non solo la bambina fa tantissimi progressi ogni giorno ma abbiamo imparato che esiste un sistema per comunicare, insegnare e soprattutto divertirsi con lei.
A novembre Giulia ha compiuto tre anni e abbiamo deciso di festeggiare il suo compleanno sperimentando un modo che la facesse entrare il più possibile in contatto con i bambini invitati e che al contempo offrisse loro gli strumenti per capire il modo di comunicare di Giulia e sentirla più vicina.
Abbiamo realizzato “La favola di Giulia”, una storia che richiamava personaggi noti ai bambini con lo scopo di spiegare le particolarità di Giulia più evidenti che se non capite potevano essere di ostacolo per un gioco comune. Giulia non parla. Abbiamo richiamato la storia della Sirenetta alla quale una strega cattiva rubava la voce e abbiamo spiegato che a Giulia era capitata la stessa cosa. Per la caccia al tesoro abbiamo creato un tabellone raffigurante una mappa del tesoro nella quale con le pecs abbiamo rappresentato tutte le giostre del parco. Per ogni pecs ne avevamo una corrispondente che Giulia avrebbe dovuto pescare dalla sacca magica e attaccare con l’aiuto degli altri sulla mappa. L’idea ha avuto successo sia perché ha permesso a Giulia di seguire con un ordine i vari giochi sia perché ha mostrato agli altri bambini cosa sono le pecs e come potrebbero essere utilizzate da Giulia, dando familiarità a qualcosa che le avrebbero potuto veder fare anche in futuro in altre situazioni. Usare gli strumenti che Giulia conosce e che man mano sta imparando a utilizzare ha permesso di farla essere la protagonista della sua festa che è durata ben tre ore; tre ore nelle quali non ha mai avuto un comportamento problema, tre ore nelle quali non è mai voluta andare via, tre ore nelle quali non è mai stata sola e nelle quali un gruppo di splendidi bambini ha voluto giocare con lei. L’esperienza per noi è stata meravigliosa e nei giorni seguenti molti dei genitori presenti hanno voluto chiamarci per farci presente l’entusiasmo dei loro bimbi e ringraziarci per la bella avventura.
Uno speciale grazie a chi ci ha teso una mano nel momento del bisogno.”A maggio del 2013 abbiamo iniziato il nostro viaggio della speranza. Una settimana al mese, prendiamo la nostra valigia e si parte (una settimana al mese perché non abitiamo a Roma ). Abbiamo fatto i primi corsi, finalmente ci hanno spiegato cos’è l’autismo. Ci hanno presentato la nostra terapista e il nostro supervisore , anzi il nostro angelo, l’angelo custode del mio Amore. Non avrei mai immaginato che si aprisse un nuovo mondo. Quando ricevi una diagnosi cosi forte sai che nessuno ti capirà e invece ogni volta che varco la porta della “Breccia” so di essere capita, perché tutti loro conoscono il problema e hanno gli strumenti per affrontarlo.
Ho deciso di dare voce alla mia esperienza alla “Breccia” perché la differenza la fanno le persone, che non ho mai incontrato in nessun’altra struttura.”

AL CINEMA CON GIULIA (E PEPPA PIG)
Testimonianza ospitata nella Newsletter n. 14 dell’Associazione

“Come regalo di Natale “Una breccia nel muro” ha organizzato una giornata speciale, dove il mondo per 45 minuti è diventato su misura per noi. Il 4 dicembre scorso il cinema Andromeda ha riservato uno spettacolo in una delle sue sale per i nostri bambini, per assistere alla proiezione del film “Peppa pig in giro per il mondo”. Questa volta ci potevamo prendere il lusso di “vincere facile”, che – diciamolo – non ci capita proprio spesso. Anzitutto, Peppa è un personaggio molto amato dai nostri bambini (anche da me; comunque ha tutta la mia gratitudine). Il volume era stato regolato secondo le nostre esigenze; c’erano luci soffuse. Un urlo o un bambino che correva veniva percepito soltanto come un compagno che sta vivendo la sua avventura, senza ansia e senza timore di giudizi. Mamma e papà non avevano quel nodo allo stomaco che spesso li accompagna.
Non ci sono parole adeguate per descrivere la gioia per aver accostato i nostri figli a un pezzo di mondo che soltanto poco tempo fa ci sembrava impossibile che potessero vivere. La possibilità di invitare anche amici e parenti ha favorito ulteriormente il senso di integrazione.
Gli sguardi rapiti di Giulia e dei suoi amici davanti al grande schermo e l’emozione di noi genitori sono stati un regalo bellissimo.”